Prima osservazione fondamentale: l'indicazione di una terapia è di competenza esclusiva del medico. Perché questo? Perché, come ho già detto nel post precedente, è il medico che fa il buon farmaco e non viceversa, perché nell'indicare una terapia non è sufficiente aver individuato la malattia che ha colpito il paziente, ma è indispensabile anche una valutazione complessiva ed oggettiva del paziente per stabilire quali siano i farmaci più adatti al suo caso. E il farmacista a cosa serve? Il farmacista si occupa dei farmaci veri e propri, dispensandoli, spieganone l'uso corretto e chiarendo tutti i possibili dubbi e curiosità che possano sorgere in merito. È di sua competenza anche un altro aspetto che non va affatto sottovalutato: la forma farmaceutica (compresse, capsule, sciroppi, creme....) dei farmaci stessi. Capita, talvolta, che un paziente incontri delle difficoltà nell'assumere un medicinale perché la compressa è troppo grande e non riesce a deglutirla; in altri casi, deve assumere metà dose, ma la compressa della marca abituale non si divide facilmente, tende a sbriciolarsi e non si riesce ad avere dosi precise. Che cosa si può fare per risolvere questi problemi? Innanzitutto, si può cercare un'altra marca dello stesso farmaco che abbia le caratteristiche desiderate: in certi casi non serve dividere una compressa perché esiste già un farmaco con l'esatto dosaggio indicato dal medico; oppure, a parità di principio attivo e di dosaggio, si possono trovare compressine più piccole, così da creare meno disagio. In molti altri casi, invece, si possono trovare soluzioni completamente diverse: è possibile, ad esempio, frazionare in laboratorio un farmaco per ottenere un dosaggio particolare (come nel caso di farmaci per bambini); rendere un farmaco adatto a chi non è più in grado di deglutire o deve inserirlo nella peg; ricorrere a forme farmaceutiche particolari se si deve somministrare la medicina al micione di casa che non ne vuole proprio sapere di curarsi adeguatamente
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