sabato 30 settembre 2017

Occhi arrossati (parte prima)

Alcuni giorni fa una mia amica lamentava di avere gli occhi arrossati, che le  davano "fastidio" e di avere la sensazione di avere, soprattutto in uno, un qualche corpo estraneo che aumentava il senso di irritazione. Da qualche anno aveva subito l'intervento per l'asportazione della cataratta e la sua autodiagnosi spaziava  dalla congiuntivite ad un esito negativo dovuto all'intervento stesso. Effettivamente gli occhi dovevano darle  qualche problema perché li strizzava spesso e tendeva a toccarli e strofinarli continuamente. Alla mia proposta di usare delle lacrime artificiali, mi ha risposto che le erano state prescritte, ne aveva usato un paio di flaconi, era stata meglio, ma poi il problema si era ripresentato, ragione per cui aveva giudicato la terapia poco efficace.
Gli occhi, come d'altra parte tutte le altre parti del corpo, col tempo tendono a perdere la capacità di trattenere l'acqua: la pelle diventa più secca; le mucose, in particolare quella vaginale, asciutte e poco elastiche. Gli occhi non fanno eccezione, anche perché la congiuntiva, la membrana, cioè, che ricopre il bulbo oculare, è composta massimamente di acqua: l'uso frequente e continuo di prodotti che la possano idratare e proteggere diventa assolutamente necessario. In commercio ne esistono di moltissimi tipi e si differenziamo soprattutto per due caratteristiche: la viscosità (possono essere più o meno "dense", molto liquide, in gel, fino a veri e propri unguenti oftalmici), e il dispositivo di erogazione (il tipo di contenitore, la bottiglietta o flaconcino) che può allungarne il tempo di apertura e può rendere più semplice l'uso. Ne esistono anche di tutti i prezzi e per tutte le tasche, per cui non ci sono più scuse: usatete, usatele, usatele, almeno due volte al giorno, al mattino e alla sera, come completamento della vostra routine igienica e per sempre, esattamente come usate la crema idratante sul viso. Oltre al sollievo immediato, evitano ulteriori fastidio e contribuiscono a mantenere belli e freschi i vostri occhi. La stessa cosa vale per i portatori di lenti a contatto: non dimenticatele mai. Al contrario, i colliri a base di antibiotici e, soprattutto, di cortisone, devono sempre essere prescritti da un medico che ne valuti l'effettivo necessità e con l'esatta posologia da lui indicata. 

domenica 24 settembre 2017

Farmaci galenici: facciamo chiarezza

Prima osservazione fondamentale: l'indicazione di una terapia è di competenza esclusiva del medico. Perché questo? Perché, come ho già detto nel post precedente, è il medico che fa il buon farmaco e non viceversa, perché nell'indicare una terapia non è sufficiente aver individuato la malattia che ha colpito il paziente, ma è indispensabile anche una valutazione complessiva ed oggettiva del paziente per stabilire quali siano i farmaci più adatti al suo caso. E il farmacista a cosa serve? Il farmacista si occupa dei farmaci veri e propri, dispensandoli, spieganone l'uso corretto e chiarendo tutti i possibili dubbi e curiosità che possano sorgere in merito. È di sua competenza anche un altro aspetto che non va affatto sottovalutato: la forma farmaceutica (compresse, capsule, sciroppi, creme....) dei farmaci stessi. Capita, talvolta, che un paziente incontri delle difficoltà nell'assumere un medicinale perché la compressa è troppo grande e non riesce a deglutirla; in altri casi, deve assumere metà dose, ma la compressa della marca abituale non si divide facilmente, tende a sbriciolarsi e non si riesce ad avere dosi precise. Che cosa si può fare per risolvere questi problemi? Innanzitutto, si può cercare un'altra marca dello stesso farmaco che abbia le caratteristiche desiderate: in certi casi non serve dividere una compressa perché esiste già un farmaco con l'esatto dosaggio indicato dal medico; oppure, a parità di principio attivo e di dosaggio, si possono trovare compressine  più piccole, così da creare meno disagio. In molti altri casi, invece, si possono trovare soluzioni completamente diverse: è possibile, ad esempio, frazionare in laboratorio un farmaco per ottenere un dosaggio particolare (come nel caso di farmaci per bambini); rendere un farmaco adatto a chi non è più in grado di deglutire o deve inserirlo nella peg; ricorrere a forme farmaceutiche particolari se si deve somministrare la medicina al micione di casa che non ne vuole proprio sapere di curarsi adeguatamente

domenica 17 settembre 2017

Il foglietto illustrativo dei farmaci questo sconosciuto

Da che io ricordi, è sempre stato identificato con il nome fuorviante di "bugiardino" ed è considerato dalle persone o un'incredibile fonte d'ansia, o un foglietto di carta inutile.  Cominciamo col dire che cos'è: è il documento con il quale le ditte produttrici divulgano le informazioni in loro possesso  relative a quel determinato farmaco ed è vidimato dall'AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ente preposto al controllo di tutti i farmaci venduti sul territorio nazionale. 
Non è, quindi, un "bugiardino", ma  una fonte di informazioni serie ed accreditate.
Nei farmaci di libera vendita il linguaggio è più semplice e di più facile comprensione, nei farmaci che richiedono la prescrizione di un medico, vi sono molte più informazioni tecniche ed anche il linguaggio adottato è molto più complesso e specialistico, rivolto soprattutto a medici e farmacisti.
Leggete sempre tutto quello che riguarda l'uso corretto del farmaco e le modalità di conservazione: per tutti gli altri dubbi che vi potessero sorgere, ricordate che un farmacista è sempre disponibile ad offrirvi tutte le spiegazioni di cui potete avere bisogno. Prima di sospendere la terapia o modificarla perché vi siete spaventati nel leggerlo, parlatene con il medico o con un farmacista

domenica 10 settembre 2017

Per tutti coloro che sono in terapia con il Coumadin

Ho il dubbio che a tutti coloro che è stata prescritta una terapia a base di warfarin (COMADIN compresse da 5 mg) non sia stata data un'informazione importante e cioè che se il controllo periodico dell'INR (tempo di protrombina, o misurazione della tendenza alla coagulazione del sangue) rivela continuamente valori che si discostano significativamente da quelli che il medico ha stimato come ottimali, significa che la terapia non viene assunta correttamente. Voglio dire che a parte i primi tempi in cui il medico tara il giusto  dosaggio per quella data persona, poi, a parte qualche piccola oscillazione periodica, i valori dovrebbero rimanere sempre abbastanza costanti. Se il medico è costretto a rivedere ogni settimana o ogni quindici giorni le dosi, i casi sono due: o il farmaco non viene assunto correttamente (il paziente divide in modo non accurato la compressa per cui non assume quantità costanti di farmaco) o mangia in gran quantità alimenti ricchi di vitamina K che contrastano l'azione del warfarin. Comunque, non è quello che dovrebbe accadere e sarebbe necessario valutare bene qual è il problema per cercare di risolverlo. Infatti, valori di INR troppo alti possono favorire emorragie anche molto serie e valori troppo bassi aggravare la patologia per la quale è stato prescritto il farmaco.

domenica 3 settembre 2017

Sorridi e sarà una buona giornata

Durante le ferie ho fatto un trekking in montagna e sapevo che avrei potuto avere difficoltà ad accedere ad internet per cui ho deciso di sospendere in quei giorni l'invio delle vignette del mattino.
Mi sono mancate. Moltissimo.
Durante l'anno ci sono stati dei momenti in cui mi sono chiesta se fossero realmente gradite o se per me non fosse diventato un impegno eccessivamente gravoso e mi sono logorata spesso fra dubbi e incertezze: non ho mai voluto essere invadente, nè mancare di rispetto a nessuno e se sono caduta in uno di questi errori me ne scuso di cuore. Vi assicuro che cerco e seleziono con cura le vignette ed è un infinito piacere trovare qualcosa che riesca a strappare un sorriso all'inizio della giornata per renderla più lieve e più affrontabile. Certe volte mi immagino la reazione di qualcuno di voi in particolare ed è una gran soddisfazione quando le mie previsioni si avverano. Avrei potuto, semplicemente, pubblicarne una per tutti sul mio profilo, ma sarebbe venuto meno quel contatto personale che per me è indispensabile e da spessore ad un social: non sono rapporti virtuali, dietro la tastiera ci sono sempre persone vere, con i loro problemi e i loro dubbi, e io vorrei essere per loro, a mia volta, una persona vera, in carne e ossa, pregi e difetti, ma reale e presente.
Mi inorgoglisce tremendamente anche l'enorme numero di quesiti che mi porgete e mi scuso se spesso ci metto qualche ora a rispondere: purtroppo posso dedicare al computer solo determinati momenti della giornata, perché ho anche una farmacia che ha bisogno della mia presenza.
Vi ringrazio tutti per il bel momento che ci regaliamo ogni mattina, perché un sorriso e un saluto sono sempre un'ottima medicina, adatta a tutti e con pochissimi effetti collaterali.
Grazie